Questa è la prima intervista che faccio sul mio blog ed ho deciso di iniziare con un personaggio molto conosciuto sui social, Piero Armenti, titolare dell’agenzia turistica Il mio Viaggio a New York.
Piero è un giornalista professionista dal 2006, ha girato il mondo e si è stabilizzato dal 2011 nella grande mela. Ha una pagina Facebook con un grande seguito, quasi un milione di fan. Ogni giorno mette dei video e delle guide molto interessanti sui luoghi da visitare, ristoranti da provare e su tutte le curiosità da scoprire a New York.
Per capire la differenza di tipologia di ricerche che gli utenti effettuano negli Stati Uniti ho deciso di fargli qualche domanda. Vediamo insieme la differenza per trovare attività locali negli USA e in Italia.

Ciao Piero, domanda a bruciapelo, mai sentito parlare di Seo?

Sì certo, strategie per cercare di dare maggiore visibilità organica ai contenuti sui motori di ricerca.

Hai un ufficio in città, fai qualcosa per promuoverlo online?

Ho un ufficio a Times Square, ed è parte integrante della mia campagna di promozione, perché sono l’unico. Quindi la mia agenzia è percepita come grande, affidabile, e in parte anche monopolistica perché non ho competitor sul versante italiano.

I tuoi video nei locali sono diventati virali. Quali criteri utilizzi per scegliere i locali da visitare? Semplice passa parola o tramite ricerche su internet?

Col tempo si matura esperienza. Come un chef sa bene quale ingrediente piace e quale no, quale piatto la gente preferisce e quale no. Detto questo, i miei video sono su tanti argomenti, molto diversi tra loro, anche un video che non desta interesse massivo, può essere importante per una nicchia interessata a quell’argomento. Bisogna tenerne conto.

Negli Stati Uniti Google My Business è molto utilizzato, per la parte Local è fondamentale. In che misura è utile questo strumento per la tua scelta delle attività?

Sicuramente è importante se si hanno ristoranti, o attività che devono attrarre il “vicinato”. Nel mio caso non dedico molte energie mentali a Google My Business.

In America Yelp va fortissimo, tu lo usi? Che ne pensi? Gli Americani lo utilizzano anche quando vengono in Italia.

Yelp è fondamentale per la ristorazione, ma io personalmente lo uso molto poco perché mi occupo di tour. Sicuramente gli americani lo utilizzano quando sono in Italia. Però credo che nella scelta dei locali stia emergendo sempre di piu’ Instagram, con la localizzazione, che ti mostra non solo il piatto, ma anche arredamento e gente che lo frequenta. Sono componenti visivi che non vanno mai trascurati, e alla base della scelta di un ristorante. Basti pensare a un fenomeno come Nusr-et. Su Yelp ha recensioni basse, solo 3.5, ma è sempre pieno. Conta che ci va gente importante, vip, che c’è il mito del suo chef. Ma se vai alla radice è un posto in cui mangi dignitosamente ma paghi troppo, eppure funziona. Conta Instagram.

Fai affidamento anche ad altri portali come Trip Advisor, the Fork o similari?

Tripadvisor è il portale dove mi recensiscono di più, e ovviamente al di là delle recensioni, che anche quando sono negative sono sempre un’occasione di riflessione, credo che conti avere 4 o 5 stelle.

Per quanto riguarda le strutture ricettive invece? Cosa ti spinge a scegliere un hotel al posto di un altro? Hai mai prenotato direttamente dalla scheda Google My Business della struttura?

No, perché io ho il mio portale www.ilmiohotel.com. Nel mio caso scelgo hotel con una bella vista, e uso sempre Instagram per avere una visione veritiera dell’esperienza.

Quali sono gli strumenti di cui si avvalgono gli Americani per cercare un locale o un’attività?

Ci sono tanti strumenti, ma credo che Yelp sia ancora adesso lo strumento privilegiato. Senza dimenticare che al di là di tutto, quel che conta è il passaparola. E’ lo strumento più potente che ci sia.

Nelle tue ricerche quanta importanza dai al territorio? Mi spiego meglio, hai mai fatto ricerche abbinando luoghi significativi ad esse tipo “ristorante vicino al Central Park”?

Sì sempre, prima decido il quartiere dove mangiare, poi cerco.

Il mondo della Local è in continua evoluzione, Google sta spingendo molto su questo argomento. Abbiamo la possibilità di prenotare un tavolo o un appuntamento dal barbershop direttamente dalle schede Google. Nel tempo come sono cambiate le tue ricerche per trovare i luoghi più significativi dei tuoi viaggi?

Spesso tutto parte da una foto che mi ha colpito, magari su Instagram, poi cerco documentari su quel luogo su YouTube, e articoli in generale sul motore di ricerca Google. Infine do anche uno sguardo su Tripadvisor.

Fai ricerche vocali? Come ti trovi con le risposte che forniscono gli assistenti vocali? Sulla vocal search molto sono a intento locale…

Non faccio ricerche vocali.

Parliamo di recensioni. Tu sei solito rilasciarne dopo aver visitato un locale? Scegli mai un locale in base alle recensioni che leggi? E gli americani?

Non leggo le recensioni, mi assicuro solo che quel locale abbia un voto complessivo non inferiore a 4. Non leggo le recensioni perché non mi interessano, e ci troverei sempre le solite cose scritte, quasi sempre prevedibili. Mi interessa il voto complessivo.

Sei cresciuto in Italia e ci torni spesso. Tra l’Italia e gli Stati Uniti cambiano gli strumenti che utilizzi per scegliere un’attività locale?

No, non cambiano. Solo Yelp lo utilizzo in America, non in Italia.

Per concludere quando sarai di nuovo in Italia? Parteciperesti ad un evento di web marketing verticalizzato sulla Local per raccontare la tua esperienza circa le ricerche ad impatto locale?

Ci potrei pensare.